Congedo Parentale: Cos’è e Cosa Cambia Nel 2023

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Il tema della maternità e della paternità sul lavoro è uno dei più dibattuti. Negli ultimi anni, i governi che si sono succeduti hanno provato a reperire fondi per modernizzare la norma italiana ed avvicinarla all’impostazione di alcuni paesi europei più progressisti come Spagna, Svezia, Danimarca e Norvegia.

Congedo Parentale: Cos’è e Cosa Cambia Nel 2023

Andando oltre la questione, vi è da dire che spesso, i maggiori ostacoli, si riscontrano proprio sul posto di lavoro. Datori poco disponibili o scarsa informazione sui diritti dei neo-genitori possono dar vita a situazioni per la quale è necessario che il lavoratore si affidi ad un professionista, come un avvocato giuslavorista, per ottenere ciò che gli spetta.

Cos’è il congedo parentale

Prima di entrare nel merito del maxi emendamento compreso nella Legge di Bilancio 2023, che comprende alcune modifiche sul congedo parentale, è bene comprendere il tema della discussione.

Il congedo parentale corrisponde ad un periodo di astensione dal lavoro per i lavoratori, sia donne che uomini, divenuti da poco genitori. Durante tale periodo la retribuzione può essere soggetta ad una diminuzione o ad un totale annullamento.

Spesso confuso con il congedo obbligatorio, il congedo parentale è facoltativo e può essere usufruito a discrezione di entrambi i genitori. Nel primo caso si parlerà più nello specifico di maternità obbligatoria che consiste in un periodo di 5 mesi durante i quali la madre deve obbligatoriamente astenersi dal lavoro. Tale periodo può essere fruito due mesi prima del parto e per i successivi tre mesi dalla nascita del bambino. In tal caso, l’indennità giornaliera è pari all’80% della retribuzione.

Come funziona il congedo parentale

Il congedo parentale è un diritto riconosciuto, con diverse modalità e condizioni, a lavoratori dipendenti, tra cui apprendisti e i soci di cooperative, dirigenti, lavoratori domestici, lavoratori a domicilio e lavoratori autonomi. Non spetta invece a disoccupati o lavoratori sospesi.

Rispetto alla durata, vi è una variazione a seconda che ad usufruirne sia solo la madre, il padre o entrambi i genitori. Nel primo caso, i mesi a disposizioni sono 6, nel secondo 7 mentre nel terzo 11, a patto che vengano rispettati i limiti massimi di 6 mesi per la madre e 7 per il padre. Il genitore solo ha invece a disposizione 11 mesi di congedo parentale.

Tali mesi possono essere impiegati in maniera continuata o frazionata fino al compimento dei 12 anni di età del figlio. Lo stesso trattamento è riservato ai genitori adottivi e agli affidatari a partire dall’ingrasso in famiglia del bambino.

Per quanto riguarda le retribuzioni, anche queste variano al crescere del figlio a carico. Si va da indennità all’80%, al 30% fino ad alcun tipo di retribuzione.

Il congedo parentale è effettivo dopo aver inviato la domanda al proprio datore di lavoro nella quale dovrà essere specificato il periodo di inizio e di fine. Successivamente, la domanda deve essere inviata telematicamente anche all’Inps accedendo all’apposita sezione del sito.

Cosa cambia con la Legge di Bilancio 2023

Le basi sono state gettate sul finire del 2022 ma la Legge di Bilancio 2023 ha concretizzato e aggiustato il tiro in merito alle modificazioni del congedo parentale. La nuova misura prevede alcune integrazioni e variazioni sui mesi fruibili da entrambi i genitori e le indennità previste, questi i punti principali.

Secondo la legge, l’indennità aumenta dal 30 all’80% della retribuzione per la durata massima di un mese di congedo fino al compimento del sesto anno di età del bambino o della bambina. La norma è valida sia per le mamme che per i papà, precedentemente esclusi da tale disciplina. Rimane l’imperativo che solamente uno dei due potrà scegliere di usufruire di tale agevolazione