Il settore automotive sembra ormai aver superato la crisi degli scorsi anni, in particolare nel 2022 dove i fatturati dei costruttori crollarono in virtù di un periodo economico non certo entusiasmante che ha coinvolto l’intero Mondo.
Il 2023, infatti, è stato caratterizzato da una crescita costante delle immatricolazioni e, come riportato dal documento pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il settembre appena terminato ha fatto registrare un trend positivo vicino al +23% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022, con oltre 136mila veicoli venduti in Italia.
Parallelamente, anche il mercato delle auto usate ha viaggiato costantemente in territorio positivo nei primi 9 mesi dell’anno, con settembre che è stato caratterizzato da un incremento del 6%, sottolineando una frequenza sempre più assidua da parte dei guidatori nostrani a scegliere modelli di “seconda mano”, alla luce degli alti livelli di inflazione e della graduale perdita di potere d’acquisto.
Le Regioni con più passaggi di proprietà
Come accennato in precedenza, la crescita dei passaggi di proprietà delle auto in Italia ha coinvolto tutta la Penisola, con alcune Regioni e province che hanno avuto percentuali maggiori rispetto alla media. Guardando la top3 di questa immaginaria classifica, vediamo infatti che la Regione con il maggior numero di scambi di auto usate è stata la Lombardia, che ha rappresentato il 15,6% del totale dei trasferimenti nel 2023, seguita dal Lazio, con una quota del 10%. Al terzo posto la Campania, che occupa una fetta del 9,5% dei passaggi di proprietà.
In grande spolvero in questo senso anche la Toscana che ha visto crescere il numero di guidatori che hanno scelto veicoli di seconda mano, in particolare in alcune province, con un aumento significativo delle ricerche online relative ad esempio alle auto usate a Prato. Ma anche altri territori sono ampiamente in territorio positivo, come l’Abruzzo, il Piemonte e la Liguria.
Per quanto concerne le alimentazioni più diffuse per il mercato usato, il ruolo da protagonista è ricoperto dalle auto con motore diesel, seguite da quelle a benzina. Terzo posto per i modelli ibridi che, però, a livello di crescita percentuale, risultano essere prime, con un trend positivo oltre il 60%.
Fuori dal podio le auto a GPL, seguite da quelle a metano. Ultime in classifica invece le elettriche che, sostanzialmente, essendo più “giovani” tendono a essere vendute meno.
Guardando all’anzianità, la metà dei veicoli che hanno cambiato proprietario hanno almeno 10 anni di età, ma risultano in crescita anche quelle con 4-6 anni e 6-10. Questi dati, confermano ancora una volta la necessità di svecchiare il parco circolante nostrano, cosa non semplicissima anche alla luce delle difficoltà economiche che stanno vivendo gli italiani negli ultimi anni.
In Italia veicoli troppo vecchi
Come appena accennato, in Italia esiste un serio problema collegato ai livelli di anzianità delle auto che circolano sul nostro suolo. Sebbene la media sia in linea con quella dell’Unione Europea, circa 12 anni, la vera criticità risiede sulla quantità di auto con più di 10 anni. Prendendo in considerazione questa variabile, infatti, il BelPaese si piazza in cima alla classifica con oltre 23 milioni di auto “vecchie” e, parallelamente, il numero di radiazioni segue un trend negativo.
In linea generale, l’età media delle auto italiane è di 11 anni e 7 mesi, un dato che, come dicevamo, non è sotto la media UE, ma rivela una crescita impressionante se paragonato ai 9 anni di media registrati in Italia nel 2016, confermando una tendenza a risparmiare quando si decide di acquistare un mezzo.
Anche qui esistono però delle discordanze. Se infatti in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta le auto sono relativamente giovani, con i veicoli con oltre 15 anni che rappresentano solo il 14,9% e il 12% del totale, in altre Regioni come la Sicilia e la Calabria, la percentuale sale addirittura oltre il 50%.